«Non possiamo garantire la serenità economica, ma possiamo essere felici di spirito»: sono le parole di Robina Courtin, organizzatrice dei due giorni della conferenza «Happiness & Its Causes», il forum interamente dedicato al tema della felicità che si è tenuto per la prima volta a San Francisco.
IL MEETING - Nel bel mezzo del più grande crollo finanziario dell'ultimo quarto di secolo, numerosi esponenti del mondo dell'educazione, della psicologia, biologia, medicina, religione e filosofia si sono riuniti per discutere dell'importanza di conoscere e comprendere scientificamente e storicamente il significato della felicità. Perché «quando ci si prospetta un futuro economicamente faticoso, ecco che si guarda subito a ciò che ci rende realmente felici», ha detto Lawrence Rose, editore di Psychology Today, il quale ha spiegato che, in una situazione come l'attuale, osservare gli eventi da una prospettiva più introspettiva aiuta molto.
TEMI - Così si è discusso di compassione, di ricerca della felicità e del «perché alle zebre non viene l'ulcera» – titolo di uno dei temi del convegno – del ruolo del supporto emotivo per i malati di cancro, dell'importanza di avere un atteggiamento positivo e di ridurre lo stress e, non ultimo, dell'ideale di «vivere il presente». Senza dimenticare che «ogni qual volta succede qualcosa di brutto bisogna avere coraggio e dire a se stessi che si è in grado di gestire anche le cose più negative», come ha detto la Courtin.
IL MEETING - Nel bel mezzo del più grande crollo finanziario dell'ultimo quarto di secolo, numerosi esponenti del mondo dell'educazione, della psicologia, biologia, medicina, religione e filosofia si sono riuniti per discutere dell'importanza di conoscere e comprendere scientificamente e storicamente il significato della felicità. Perché «quando ci si prospetta un futuro economicamente faticoso, ecco che si guarda subito a ciò che ci rende realmente felici», ha detto Lawrence Rose, editore di Psychology Today, il quale ha spiegato che, in una situazione come l'attuale, osservare gli eventi da una prospettiva più introspettiva aiuta molto.
TEMI - Così si è discusso di compassione, di ricerca della felicità e del «perché alle zebre non viene l'ulcera» – titolo di uno dei temi del convegno – del ruolo del supporto emotivo per i malati di cancro, dell'importanza di avere un atteggiamento positivo e di ridurre lo stress e, non ultimo, dell'ideale di «vivere il presente». Senza dimenticare che «ogni qual volta succede qualcosa di brutto bisogna avere coraggio e dire a se stessi che si è in grado di gestire anche le cose più negative», come ha detto la Courtin.
fonte:http://www.ilcorrieredellasera.it/ Alessandra Carboni, 28 novembre 2008
«quando ci si prospetta un futuro economicamente faticoso, ecco che si guarda subito a ciò che ci rende realmente felici»
E invece bisognerebbe farlo sempre: cercare di capire ed inseguire quel che ci rende realmente felici. Perchè tutti da sempre siamo alla ricerca della felicità, in ogni senso.
Il meeting di San Francisco è uno degli esempi di come, ultimamente, attorno al tema della felicità si sia creata un'industria:
se ne discute nelle aule universitarie,
è diventato argomento di ricerca accademica
e se ne parla in un numero sempre maggiore di libri.
Eppure «sappiamo molto di più sulla tristezza che sulla felicità», come ha detto il dottor Paul Ekman, psicologo noto per aver decifrato le microespressioni facciali che sono in grado di rivelare i sentimenti. Ma la tristezza invece che cercarla la si vorrebbe evitare!
Dagli argomenti trattati durante il meeting emerge anche che i soldi effettivamente non fanno la felicità, come del resto ho sempre sostenuto. Varie ricerche, citate durante l'incontro, hanno dimostato che i Masai del Kenya sono tra le persone più felici del mondo e credo di non dover dire che, pur essendo a quanto pare molto felici, non godano di comodità eccessive, anzi; Ma a farmi pensare è il fatto che a parimerito con i Masai non mancano gli uomini più ricchi della terra...
Personalmente il tema della felicità, come quello della tristezza, mi ha sempre affascinato, ed in particolar modo ad interessarmi sono le cause che li comportano: i soldi sono tra queste?
La felicità, per definizione, è lo stato d'animo di chi ha o crede di avere tutto ciò che può desiderare ed è perciò pienamente soddisfatto: ecco che allora tutto dipende dal desiderio.
Ognuno di noi desidera ciò che crede lo possa rendere felice, sembra un circolo vizioso ma non lo è; Il segreto sta nel capire o sapere davvero cosa ci può rendere felici senza sbagliare, ciò lo dimostra il fatto che molte volte si desiderano (credendo ci possano rendere felici) cose materiali senza accontentarsi quando poi le si trovano (non essendo quindi felici), desiderando da subito nuove "cose" e non rendendosi conto che forse quello che cerchiamo è altro, che quello che fa la felicità si tocca col cuore e non con le mani;
«quando ci si prospetta un futuro economicamente faticoso, ecco che si guarda subito a ciò che ci rende realmente felici»
E invece bisognerebbe farlo sempre: cercare di capire ed inseguire quel che ci rende realmente felici. Perchè tutti da sempre siamo alla ricerca della felicità, in ogni senso.
Il meeting di San Francisco è uno degli esempi di come, ultimamente, attorno al tema della felicità si sia creata un'industria:
se ne discute nelle aule universitarie,
è diventato argomento di ricerca accademica
e se ne parla in un numero sempre maggiore di libri.
Eppure «sappiamo molto di più sulla tristezza che sulla felicità», come ha detto il dottor Paul Ekman, psicologo noto per aver decifrato le microespressioni facciali che sono in grado di rivelare i sentimenti. Ma la tristezza invece che cercarla la si vorrebbe evitare!
Dagli argomenti trattati durante il meeting emerge anche che i soldi effettivamente non fanno la felicità, come del resto ho sempre sostenuto. Varie ricerche, citate durante l'incontro, hanno dimostato che i Masai del Kenya sono tra le persone più felici del mondo e credo di non dover dire che, pur essendo a quanto pare molto felici, non godano di comodità eccessive, anzi; Ma a farmi pensare è il fatto che a parimerito con i Masai non mancano gli uomini più ricchi della terra...
Personalmente il tema della felicità, come quello della tristezza, mi ha sempre affascinato, ed in particolar modo ad interessarmi sono le cause che li comportano: i soldi sono tra queste?
La felicità, per definizione, è lo stato d'animo di chi ha o crede di avere tutto ciò che può desiderare ed è perciò pienamente soddisfatto: ecco che allora tutto dipende dal desiderio.
Ognuno di noi desidera ciò che crede lo possa rendere felice, sembra un circolo vizioso ma non lo è; Il segreto sta nel capire o sapere davvero cosa ci può rendere felici senza sbagliare, ciò lo dimostra il fatto che molte volte si desiderano (credendo ci possano rendere felici) cose materiali senza accontentarsi quando poi le si trovano (non essendo quindi felici), desiderando da subito nuove "cose" e non rendendosi conto che forse quello che cerchiamo è altro, che quello che fa la felicità si tocca col cuore e non con le mani;
per lo meno se si crede di voler vivere di "cose" ci si deve anche accontentare delle "cose", infatti la felicità arriva quando non si desidera più e le "cose" difficilmente accontentano a tal punto.
Ovviamente parlo di una mia opinione e riconosco che qualcuno, anzi credo in molti, riescano davvero ad accontentarsi dei soldi: c'è chi preferisce riempire il cuore e chi altro.
Ovviamente parlo di una mia opinione e riconosco che qualcuno, anzi credo in molti, riescano davvero ad accontentarsi dei soldi: c'è chi preferisce riempire il cuore e chi altro.
Le due cose però non si escludono: i soldi non possono comprare i sentimenti ma possono essere utili a coronare sogni e a garantire beni necessari, riconosco e condivido anche questo...
e sentimenti, ideali ed emozioni purtroppo non sono commestibili...
Le due cose allora, per me, si completano, anche se necessarie in dosi molto diverse.
Ma allora i soldi fanno o non fanno la felicità?
Io, se ancora non si fosse capito, credo che possano metterci la loro piccola parte, ma che non si vive di "piccole parti", nemmeno se se ne hanno tante tante...
Ma allora i soldi fanno o non fanno la felicità?
Io, se ancora non si fosse capito, credo che possano metterci la loro piccola parte, ma che non si vive di "piccole parti", nemmeno se se ne hanno tante tante...
Nello stesso modo in cui la felicità d'animo non permette di sopravvivere.
Dalila felice che nevichi
Dalila felice che nevichi